CHIAMATA DIRETTA DEI DOCENTI DA PARTE DEI DIRIGENTI SCOLASTICI: I SINDACATI STANNO PREDISPONENDO UN RICORSO AL TAR. “Questa materia avrebbe potuto essere regolata da una specifica intesa contrattuale, già delineata con soddisfazione di tutte le parti, che avrebbe garantito i diritti dei docenti e la correttezza delle procedure – scrivono ancora Pantaleo, Gissi, Turi e Nigi – Ma la ministra Giannini ha rovesciato il tavolo, venendo meno agli impegni presi. Il ricorso alle vie legali diventa inevitabile, perché la procedura imposta sta causando danni, scontento e contenzioso, con grave lesione della loro dignità professionale”, concludono i dirigenti sindacali”. Clicca QUI per leggere gli approfondimenti.

Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal stanno predisponendo un ricorso al Tar contro la cosiddetta “chiamata per competenze”, quei provvedimenti con i quali il Miur ha regolato, in modo del tutto unilaterale, la mobilità dei docenti da ambito territoriale a scuola.

“Si tratta di provvedimenti irragionevoli e contraddittori sul piano amministrativo – dicono Domenico Pantaleo (Flc), Maddalena Gissi (Cisl scuola), Pino Turi (Uil scuola) e Marco Paolo Nigi (Snals Confsal) –, che violano la trasparenza della pubblica amministrazione, visto che non si fondano su criteri chiari e condivisi, lasciando troppo spazio a decisioni arbitrarie. Sono anche in contrasto con importanti principi costituzionali, dalla libertà di insegnamento ai diritti dei lavoratori, alla contrattazione”.

E i sindacati, infatti, chiederanno al giudice amministrativo di rimettere la legge 107/2015 alla Corte Costituzionale per l’illegittimità delle norme che disciplinano la cosiddetta ‘chiamata diretta’, che è in contrasto con alcuni articoli della Costituzione (2, 3, 97 ecc.).